Borsigliana

Note storiche

Copia di Borsigliana-Trittico quattrocentesco

 

Civitas Borsigliana

 

 

La chiesa

 

 

 

Eventi e realizzazioni

 

 

 

Il paese di Borsigliana si estende su un colle, a circa 750 metri slm, appendice dell’Appennino tosco-emiliano, sulla sponda sinistra del Serchio.

Il primo significativo documento d’archivio è quello del 1020. Si tratta di un diploma dell'Imperatore Enrico II dove sono menzionati gli allora abitati dell’alta Valle del Serchio.

12 febbraio 1446 - Borsigliana si sottomette, di sua spontanea volontà, agli Estensi che allora avevano come capitale Ferrara (motivi: meno tasse, diritto di pascolo sull’Appennino, etc.). Nel 1597 la capitale degli Estensi diventa Modena. Borsigliana fa parte per secoli della Vicaria estense di Camporgiano fino in pratica all’Unità d’Italia.

Nella visita apostolica del 1584 di monsignor Angelo Peruzzi la chiesa di Santa Maria di Borsigliana risulta avere due altari laterali, uno dedicato alla Madonna e l’altro dedicato a San Prospero (giuspatronato della famiglia Chiari, giunta da Bologna a Borsigliana alla fine del 1400).

1604 - Negli atti della visita pastorale del vescovo diocesano di Luni-Sarzana, monsignor Giovanni Battista Salvago, si trova il resoconto della visita dell’oratorio dei santi Prospero e Nicola in località Castello, giuspatronato della famiglia Iacopucci. Tale oratorio, invece, non risulta dagli atti delle visite del 1568 (visita pastorale di monsignor Lomellini), né in quella apostolica del 1584.

1629 - Sigismondo Bertacchi nel volume “Descritione instorica della provincia di Garfagnana” scrive a proposito di Borsigliana : “… ha la chiesa sotto il titolo dell’Assunzione. La parrocchia ha residenza bellissima con giardini e vigne…”. Bertacchi, però, non scrive nulla del trittico quattrocentesco.

1879 - Prima testimonianza scritta della presenza del trittico a Borsigliana.

Lo storico Raffello Raffaelli nel volume “Descrizione geografica, storica, economica della Garfagnana” scrive “…in questa chiesa (Borsigliana) vedesi un quadro in tavola a fondo dorato, rappresentante la Vergine seduta col Bambino. Lateralmente esistono le figure di Sant’Agostino (Raffaelli non aveva notato che sotto la figura del santo c’è scritto chiaramente S.Prosper) e San Nicola. Credesi che sia della maniera di Gentile Da Fabriano, celebre pittore del XIV secolo…”.

1963 - Giuseppe Ardinghi, critico d’arte, segnala all’attenzione degli studiosi il Trittico di Borsigliana, sottolineandone i riferimenti alla cultura tardo-gotica del nord Italia, con riferimenti alla pittura di Bonifacio Bembo, artista bresciano del XV secolo, con opere presenti nella chiesa di Sant’Agostino a Cremona.

1973 - Massimo Ferretti, critico d’arte, accosta il trittico di Borsigliana al gotico internazionale con influssi liguri–piemontesi.

Nella seconda metà del decennio 1980 le studiose Clara Baracchini e Maria Teresa Filieri della Soprintendenza ai beni ambientali, architettonici, artistici e storici per le province di Pisa, Lucca, Livorno e Massa Carrara attribuiscono il trittico, fino allora detto del Maestro di Borsigliana, al pittore Pietro da Talada.

Oggi Borsigliana, con i piccoli borghi abitati di Vergnano, Molinello, Gambarotta, Grotto, arriva a 120 persone. Il maggior numero di popolazione fu raggiunto fra la fine del 1800 e l’inizio 1900 con circa 300 abitanti.

Numerosi sono stati gli emigrati, a cominciare dall’ultimo ventennio del XIX secolo, in Argentina, Stati Uniti, Germania, Francia, Belgio, Regno Unito, Australia ed altre Nazioni extraeuropee. Intorno alla metà del XX secolo, molti gli spostamenti nella piana lucchese e nelle province di Pisa, Livorno, Massa Carrara e La Spezia.

 

 

Borsigliana in alto e Vergnano sotto

Vergnano (in basso) e Borsigliana (in alto)

 

 

Torna alla home page